Porre domande e indagare sugli aspetti professionali dei candidati è il loro pane quotidiano.
Abbiamo deciso di mettere alla prova i nostri Head Hunter e portarli, per una volta, dall’altro lato della barricata. Vediamo come se la caveranno!
Buongiorno Sue Ellen, innanzitutto come ci si sente ad essere nei panni dell’intervistato?
Dopo diverso tempo è strano, e allo stesso tempo curioso, trovarsi dall’altro lato senza porre domande ma solo rispondere e parlare di sé.
Parlaci di te, qual è la tua area di specializzazione e di intervento?
Una naturale predisposizione per i numeri e per le materie contabili, oltre ad una forte curiosità e passione per l’informatica mi hanno portato a dedicarmi e specializzarmi in due aree: quella dell’ICT e quella amministrativa.
Quali sono le figure professionali che maggiormente i clienti ti chiedono di ricercare?
In ambito ICT le figure più richieste sono gli Analisti Programmatori, Consulenti Applicativi e Programmatori di ogni tipo. In ambito amministrativo, invece, Contabili, Controller, Responsabili Amministrativi e Payroll.
Quali sono le skills più richieste dalle aziende?
Oltre alle specifiche skill tecniche quello che viene richiesto sono le cosiddette soft skill, ovvero doti comunicative, di problem solving, autonomia, resistenza allo stress, leadership, pianificazione ed organizzazione.
Quali ritieni siano le principali competenze che un dipartimento HR dovrebbe ricercare nel personale da assumere?
Oltre alle competenze tecniche specifiche del ruolo, in un contesto economico in continua evoluzione credo che siano importanti sia le soft skill che le digital skill, oltre ad un forte senso di adattamento ai cambiamenti.
Quali sono le principali difficoltà che incontri nello svolgimento del tuo lavoro?
Il fattore tempo in quanto spesso le aziende hanno l’esigenza “per ieri” invece che in prospettiva. Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalla ricerca di figure con determinate skill e competenze difficilmente reperibili sul mercato.
Ti confronti quotidianamente con imprenditori e Responsabili HR. Qual è il tuo approccio nella fase di analisi del fabbisogno aziendale e quali ritieni siano le principali caratteristiche che ti rappresentano come professionista?
Nella fase di analisi oltre ad analizzare gli aspetti peculiari e tecnici della figura ricercata, cerco di capire quale sia la struttura ed il clima aziendale che molto spesso possono essere determinanti per il buon esito del processo di Ricerca e Selezione. Cerco sempre di instaurare un rapporto consulenziale ed empatico con l’interlocutore.
Quale valore aggiunto porta un Head Hunter alle aziende che affidano alla sua professionalità le loro esigenze di recruiting?
La multicanalità, la proattività, il saper costruire e mantenere relazioni con i candidati che si incontrano. Oltre a questo anche determinazione, intuito e creatività per poter valorizzare candidature con un alto potenziale e valore aggiunto anche se in assenza di alcune caratteristiche tecniche ricercate.
Secondo la tua opinione, come viene percepito all’esterno il ruolo dell’Head Hunter?
Penso che ci sia ancora molta confusione sul ruolo dell’Head Hunter e che non ne siano sfruttate a pieno le potenzialità. Viene ancora visto come una figura più operativa che consulenziale.
In 10 anni l’attività di Ricerca e Selezione di Personale è notevolmente mutata. Quali scenari prevedi e quali ritieni saranno i trend del futuro?
L’avvento della tecnologia e della digitalizzazione hanno rivoluzionato l’attività della Ricerca e Selezione di personale, in alcuni casi anche stravolgendola, come l’utilizzo di algoritmi o dell’intelligenza artificiale per fare una prima screening dei profili ricevuti. Ritengo a mio avviso che sicuramente dobbiamo sempre prestare attenzione alla tecnologia ma il vero fulcro rimane sempre il rapporto umano.
Sue Ellen Lunardi
Senior Head Hunter
Recruitment Consultant