Una delle prime domande che noi Recruiter poniamo ai candidati in fase di Selezione riguarda il motivo che li spinge a valutare nuove opportunità professionali.
Ciò che emerge è che le motivazioni alla base di un cambiamento di così grande rilevanza sono differenti e possono ricondursi a valutazioni di carattere personale o basate su precedenti esperienze professionali.
Perché cambiare lavoro? Quali sono le leve che incidono maggiormente su tale decisione? Per avere una panoramica più ampia e completa riguardo a questo tema, abbiamo elaborato e diffuso tramite LinkedIn un sondaggio il cui quesito era: Quali sono i parametri più importanti che ad oggi valuti per poter considerare un cambiamento professionale?
Risultati del sondaggio
La crescita professionale è risultata essere la motivazione più diffusa per valutare un cambiamento, con il 64% delle preferenze. Questo fattore racchiude in sé un desiderio di crescita sia da un punto di vista economico che di sviluppo e approfondimento delle competenze personali e professionali, che assume una grande rilevanza all’interno di un mercato in continua evoluzione e trasformazione. Sicuramente una maggiore retribuzione o maggiori benefit hanno un peso ben ponderato in questo tipo di scelta ma anche la possibilità di ricoprire ruoli dinamici che richiedano un incremento delle proprie responsabilità e competenze è importante. In linea generale, un ruolo che mantiene una certa staticità nel tempo nelle mansioni e nella crescita professionale risulta poco appetibile per un professionista che si appresta a intraprendere nuovi percorsi e demotivante all’interno delle organizzazioni, in quanto non dà la possibilità ai dipendenti e collaboratori di affrontare nuove sfide e quindi ricevere nuovi stimoli.
Procedendo con l’analisi dei risultati del nostro sondaggio, vediamo che la seconda motivazione è la solidità dell’azienda. Sicuramente, lavorare in un contesto solido e che dia sicurezza sulla continuità del rapporto professionale è un punto di forza sia per l’azienda stessa che per i propri dipendenti o futuri tali.
Con il 10% dei voti, il terzo motivo in ordine di preferenza risulta essere la possibilità di svolgere attività in Smart Working. Tema salito alla ribalta durante la pandemia che ha costretto moltissimi professionisti a rivedere la propria organizzazione e routine lavorativa, lo Smart Working permette di accedere a nuove possibilità di bilanciamento tra sfera privata e professionale, grazie, ad esempio, a un orario più flessibile o all’opportunità di un riavvicinamento a casa e alla propria famiglia. Sempre più persone che stanno vivendo una fase di cambiamento e di valutazione di nuove opportunità professionali sono attratte da realtà aziendali che danno la possibilità di lavorare totalmente o parzialmente da remoto.
Conclusioni
Ritengo che queste informazioni relative alle motivazioni che spingono i candidati verso un cambiamento professionale siano importanti tanto per chi si occupa di Ricerca e Selezione quanto per le aziende stesse che possono, quindi, applicare politiche di Employer Branding ed Employer Retention strategiche e mirate. In sintesi, in base a quanto emerso dal nostro sondaggio, diventa fondamentale che i contesti organizzativi sappiano definire per ogni specifico ruolo degli step di crescita interna al fine di valorizzare il professionista, affidandogli compiti con crescente responsabilità e autonomia. Allo stesso tempo rimane comunque importante che le aziende riescano a trasferire solidità, non solo dal punto di vista della sicurezza economica e finanziaria, ma anche per garantire la possibilità di un progressivo percorso di avanzamento di carriera. Una sfida che senz’altro le aziende dovranno tenere in considerazione in futuro sarà l’apertura a valutare nuove alternative nell’organizzazione delle attività lavorative, più incentrate sul raggiungimento degli obiettivi che sulla quantità di ore trascorse in ufficio. Questo da un lato permetterà ai professionisti di avere una maggiore flessibilità e di meglio bilanciare la propria vita privata e professionale, dall’altro rappresenta un atto di fiducia nel rendere i lavoratori più responsabili e autonomi.
Sue Ellen Lunardi
Head Hunter
Recruitment Consultant