L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha inciso in maniera significativa sul benessere emotivo delle persone e quindi anche di chi lavora in azienda: in questo stato di allerta una delle reazioni più comuni è stata quella di provare paura, ansia, agitazione e sensazione di smarrimento sia sul fronte personale che lavorativo. In più, l’azione di contrasto alla diffusione del Covid-19 ci ha imposto di seguire un attento codice di comportamento che ha implicato un forte senso di solitudine e un significativo disagio per il senso di isolamento che ne è derivato.
Come può quindi l’azienda aiutare i lavoratori nello sviluppo di risposte resilienti?
Alcuni fattori basilari sono i seguenti: promuovere l’ascolto, alleviare il senso di disagio, incentivare condotte di protezione e di adattamento attivo, valorizzare i punti di forza personali e stimolare a costruire una prospettiva sul futuro.
In un momento di ansia generale è bene mantenere viva la relazione con chi lavora a distanza e cercare di ridurre lo stress da contagio laddove le attività produttive non si sono fermate. L’impresa può assumere il ruolo di fattore aggregante, può fornire informazioni chiare e rispondere alle esigenze delle sue persone.
Cosa può fare l’impresa per il benessere psicologico dei propri dipendenti?
Impedendo il confronto con i colleghi, lo Smart Working elimina quella relazione umana che è parte integrante della nostra resilienza: fondamentale è, quindi, cercare di mantenere il contatto relazionale con i colleghi (comunicare, informare in modo trasparente, avere momenti di raccordo con il proprio team, dare e ricevere feedback). L’azienda rimane sempre un contesto lavorativo ma è caricata di una responsabilità importante, può porsi come punto di riferimento per le persone che lavorano al suo interno, perché non è solo il luogo in cui si fa business, ma è anche un insieme di lavoratori che condivide storie personali, prospettive, obiettivi, valori. L’azienda può offrire l’occasione per essere percepita come fattore identitario e riferimento culturale: conosciamo le regole da seguire per evitare il contagio, ma è importante anche che l’impresa le faccia sue e le proponga come parte del suo lavorare insieme. Accrescere il senso di appartenenza è, dunque, la strada per aumentare anche la consapevolezza delle persone e dei loro bisogni, che è legata alla necessità di un cambiamento di cui non si conoscono tempistiche ed evoluzione e neppure fino a che punto tutto ciò impatterà sull’equilibrio personale.
Cosa cambia nel settore della Selezione del personale dopo il coronavirus?
Anche il processo di Ricerca e Selezione ha risentito della situazione generale ed è stato soggetto ad alcuni cambiamenti nel suo svolgimento. Essendo venuto a mancare il contatto vis a vis, sono stati implementati strumenti digitali (colloqui Skype, interviste da remoto, test psicoattitudinali non somministrati in presenza). Per la nostra società, Profili, che ha da sempre implementato strumenti tecnologici a supporto della Selezione, si è trattato solo di svolgere l’attività in un luogo diverso dall’ufficio. Tuttavia per molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, è stato un vero cambiamento, anche solo per la metodologia di lavoro che è passata da on-site a Smart Working o per meglio dire Home Working, con tutte le difficoltà dovute alla riorganizzazione del lavoro dei propri dipendenti. Questa situazione ha avuto un impatto anche sui candidati che talvolta non riescono a presentarsi al meglio durante un video colloquio o un’intervista telefonica e che quindi hanno dovuto adattarsi maggiormente ai nuovi strumenti.
Valutare la coerenza dei profili lavorativi rispetto alle Job Description è divenuta un’attività complessa e ancora più difficile, con il rischio di utilizzare strumenti oggettivamente corretti ma meno calati nella situazione particolare e specifica che si viene a creare nella dinamica azienda-candidato: sta quindi alla sensibilità del professionista impegnato nella Selezione “aggiustare il tiro” non applicando pedissequamente le regole del processo valutativo in maniera disancorata dalla realtà.