La pandemia che abbiamo attraversato ha portato con sé innegabili e significativi cambiamenti nel modo in cui percepiamo e viviamo il mondo del lavoro. A questo proposito lo Smart Working, per definizione la flessibilità in luogo ed orari di lavoro, rappresenta sicuramente il principale mutamento avvenuto nonché il più discusso tema di analisi, confronto - e, a volte, scontro - da parte di organizzazioni e professionisti.
E’ possibile notare un progressivo “ritorno al passato” in merito a questo tema in quanto spesso lo Smart Working viene interpretato come un rischio da parte di Imprenditori, Manager e Responsabili HR. Ciò che desta particolare preoccupazione è la credenza secondo la quale lo Smart Working minerebbe non solo la produttività ma anche, e soprattutto, la creazione di un rapporto duraturo con l’azienda impedendo la diffusione e il mantenimento di una cultura organizzativa basata sull’Engagement e sulla condivisione e contaminazione di idee e contenuti.
Ma è davvero così?
Occupandosi da diversi anni di attività di Ricerca e Selezione di personale qualificato, i nostri Head Hunters dispongono di una sensibilità e di un punto di vista privilegiato in merito a queste tematiche inerenti al Recruiting ed ai rapporti tra aziende e professionisti.
A tal proposito, i nostri Consulenti Giulio Muro e Chiara Di Massimo, con la preziosa collaborazione del Team di Ricerca coordinato dal Prof. Gabriele Giorgi, ordinario di Psicologia del Lavoro dell’Università Europea di Roma, lanciano una Survey al fine di valutare l’impatto dello Smart Working su elementi quali work-life balance, engagement, tecnostress, benessere lavorativo e rapporto con colleghi e supervisori.
Per partecipare alla Survey cliccate su questo link: https://forms.gle/5BeXqDYHhQPn9YWC6